Perché il parquet cambia colore?

Prima di affrontare questo argomento è necessario sapere che tutte le specie legnose nel il tempo sono destinate a virare la loro colorazione

Questo deriva proprio dal fatto che parliamo di materia organica viva, che reagisce con l’aria e la luce. Non tutte le specie legnose però hanno lo stesso comportamento, ed è giusto quindi fare una netta distinzione tra le varie specie legnose. Quelle di provenienza europea come ad esempio il Rovere, il Frassino, il Ciliegio, il Faggio, l’Abete, il Larice ecc. hanno generalmente una bassa ossidazione, che nel tempo tenderà a diventare più calda. Non ci sarà quindi una forte azione ossidante ma una tendenza a scaldare la propria tonalità.

 
 

Vari esempi di legni europei prima e dopo l’ossidazione

Molto diverso è invece l’esempio delle essenze che provengono dall’Africa o dal Sud America, come il Doussiè, l’Iroko, l’Afrormosia, il Cabreuva incienso e la Noce Americana, che hanno generalmente un ossidazione molto più rapida e decisa. Ecco come questo parquet cambia colore.

 

Vari esempi di legni africani e sud americani prima e dopo

Non tutte le essenze con l’ossidazione tendono a scurirsi, il caso singolare del teak ne é una testimonianza: questa specie legnosa infatti nel tempo tende a schiarire le sue parti più scure omogeneizzandosi con quelle più chiare.

 
 

Esempio di ossidazione del teak burma

Negli ultimi anni la tecnologia ha introdotto nuovi sistemi per caratterizzare maggiormente le tonalità della rovere e del frassino: il trattamento termico e gli attivatori lignei sono le nuove frontiere della “colorazione in massa” del legno che esasperano le varie tonalità rendendole particolarmente disomogenee ma che ne aumentano l’appeal.

Nel caso del trattamento termico del Frassino e della Rovere si nota che dopo diversi mesi le tonalità tendono a schiarirsi anche in maniera anche molto evidente

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