Lo storytelling nel processo di vendita: Discordia

Discordia è un progetto che ci appartiene, che parla di noi. Discordia è la continua lotta tra i vari stati d’animo che formano il nostro carattere, rendendoci diversi gli uni dagli altri.

Con queste parole Emanuele Picciarelli, Art Director di Salis, chiude la postfazione del cata-libro “Discordia_Out of the Box”, il terzogenito progetto di design di casa Salis. È proprio da questo estratto che ripartiamo, intervistando proprio il direttore artistico dell’azienda.

 

Emanuele, Discordia é un progetto che ha una chiave di lettura assolutamente personale e unica nel suo genere, in cui ognuno di noi ha la possibilità di rispecchiarsi.

Esattamente. Discordia siamo noi. Annoiati, geniali, cattivi, brillanti, indifferenti, felici, disubbidienti, cortesi, arroganti, innamorati, spietati, emozionati, impauriti, gentili, preoccupati, sensibili. C’è sempre discordia nella nostra testa, un impulso che ci alimenta e ci fa essere unici.

 

Perché hai deciso di raccontare un prodotto attraverso un libro?

Sono fermamente convinto che i prodotti sono solo la sintesi delle storie che siamo in grado di raccontare, per cui lo storytelling diventa parte integrante del prodotto stesso. Discordia è quindi un viaggio di 17 “short stories” raccontate dalla geniale penna di Chiara Santilli. Un’avventura letteraria che poi diventa una “guide line” per la costruzione dell’intero progetto. 

Le tonalità di colore che compongono la collezione sono solo due, XX e XY. Perché?

Inizialmente avevo pensato di realizzare una sola cromìa, ma durante il processo creativo ho ritenuto fondamentale dividere il genere umano in due macro-universi: quello maschile e quello femminile. Discordia infatti evidenzia l’eterna attrazione tra due mondi completamente differenti,  poli opposti tenuti assieme da un precario equilibrio che diventa attrazione, pur nell’assoluta diversità.

 

Discordia, fin dalla sua uscita, rimane impressa come una collezione assolutamente fuori dagli schemi. Questo sicuramente é merito della forte diversità cromatica di ogni singolo elemento.

Il Progetto Discordia utilizza elementi in legno particolarmente stonalizzati, esasperati e mai uguali, caratterizzati da lavorazioni a volte estreme, altre pulite ed essenziali. Un continuo altalenarsi di emozioni materiche, rappresentate da giochi di colore intensi e forti, oppure da elementi più omogenei e meno lavorati. La straordinarietà del Progetto sta proprio nell’impossibilità di controllare la materia. Esattamente come noi.

 

Quindi é il progetto stesso che descrive un percorso che, sebbene differente, parla di ognuno di noi…

Esatto, per quanto i nuovi linguaggi tendano sempre più a globalizzare le nostre azioni, noi rimarremo elementi unici e non ripetibili, capaci di tutto e il contrario di tutto, senza alcuna prevedibilità. Discordia non accetta compromessi: ogni superficie sarà diversa dall’altra, impossibile stabilire l’esatto colore, l’esatta lavorazione e quindi l’esatto risultato finale.

 

Se parliamo di genere umano, questo é mutevole ed in continua evoluzione: Discordia nel tempo ha un comportamento analogo?

La cosa che mi ha maggiormente affascinato di questo Progetto é la capacità di mutare del Legno, esattamente come noi. La Collezione Discordia nel tempo è destinata a mutare, a smorzare i toni esasperati sostituendoli con altri più dolci ed uniformi, adattandosi all’ambiente circostante, alla ricerca di quei compromessi che il tempo rende necessari. Che poi, alla fine, è lo stesso percorso che ognuno di noi attraversa dalla giovinezza all’età della ragione.

I prodotti sono solo la sintesi delle storie che siamo in grado di raccontare.

Guarda il video della presentazione al Cersaie

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