Il parquet è il pavimento più amato dagli italiani, sempre attuale e che rende gli ambienti raffinati e dona pregio alle abitazioni.
Spesso però il legno non viene utilizzato poiché nell’immaginario comune rimane un materiale poco pratico, ed uno dei più grandi interrogativi è: come si pulisce un pavimento in legno senza rovinarlo?
Pulire un parquet è un’operazione semplicissima, questo grazie anche alle tecnologie di ultima generazione sulla costruzione dei pavimenti in legno, delle protezioni superficiali sempre più performanti e tecnologicamente evolute, ma anche ai programmi di manutenzione specifici che rendono il parquet una superficie che si pulisce come un qualsiasi pavimento per esempio in ceramica o in grès porcellanato.
Prima di procedere su come pulire un parquet, è necessario capire che stiamo comunque parlando di materiale vivo: il legno infatti tende ad acclimatarsi nel luogo dove vive, nel tempo si ossida virando il suo colore assumendo il classico colore brunito che dà quel senso di vissuto che dà pregio al manufatto e lo fa “invecchiare bene”; inoltre chi sceglie un parquet è consapevole di acquistare qualcosa di unico e irriproducibile poiché realizzato da Madre Natura, per cui ogni singolo elemento sarà diverso dall’altro: si chiama “Privilegio di Unicità”.
I parquet di ultima generazione si dividono in due grandi macro-categorie: quelli verniciati e quelli oliati. Esiste poi una grande innovazione tecnologica made_by Salis chiamata Legnoresina®, la vera rivoluzione delle superfici in legno. Legnoresina® è infatti una finitura applicata sul pavimento in legno che conferisce una resistenza eccezionale all’abrasione, alle macchie e all’usura.
Fatta questa prima grande differenza consigliamo sempre di utlizzare prodotti di manutenzione specifici e professionali, generalmente le aziende produttrici hanno i loro prodotti che sono stati studiati per le specifiche esigenze di quella finitura.
Salis ha il suo programma manutentivo specifico di pulizia parquet per i pavimenti trattati ad olio, vernice o Legnoresina®. L’utilizzo di tali prodotti è estremamente semplice e non sono richiesti specifici strumenti: uno spazzolone per pavimenti, un sechio e uno straccio in microfibra sono le uniche cose occorrenti per fare un buon lavoro, oltre ovviamente ai prodotti specifici.
Salis utilizza quindi due kit manutentivi a seconda della finitura superficiale:
Quando effettuare la manutenzione ordinaria
La manutenzione ordinaria viene effettuata generalmente ogni qualvolta si pulisce casa. Generalmente una volta alla settimana
Quando effettuare la manutenzione straordinaria
La manutenzione straordinaria viene effettuata generalmente una o due volte all’anno, oppure ogni volta che si ha la sensazione che il parquet abbia perso luminosità e presenta dei micrograffi. Il prodotto Revita di manutenzione straordinaria infatti se applicato correttamente “resetta” i micrograffi che si vengono a creare nel normale passaggio quotidiano.
Come si effettua la mautenzione ordinaria e quella straordinaria dei pavimenti in legno.
Un breve tutorial Vi spiegherà in pochi passaggi come viene effettuata la manutenzione sui pavimenti oliati e verniciati, che renderanno il parquet bello come il primo giorno.
Prima di affrontare questo argomento è necessario sapere che tutte le specie legnose nel il tempo sono destinate a virare la loro colorazione, questo deriva proprio dal fatto che parliamo di materia organica viva, che reagisce con l’aria e la luce.
Non tutte le specie legnose però hanno lo stesso comportamento, ed è giusto quindi fare una netta distinzione tra le varie specie legnose:
Quelle di provenienza europea come ad esempio il Rovere, il Frassino, il Ciliegio, il Faggio, l’Abete, il Larice ecc. hanno generalmente una bassa ossidazione, che nel tempo tenderà a diventare più calda. Non ci sarà quindi una forte azione ossidante ma una tendenza a scaldare la propria tonalità.
Molto diverso è invece l’esempio delle essenze che provengono dall’Africa o dal Sud America, come il Doussiè, l’Iroko, l’Afrormosia, il Cabreuva incienso e la Noce Americana, che hanno generalmente un ossidazione molto più rapida e decisa.
Non tutte le essenze con l’ossidazione tendono a scurirsi, il caso singolare del teak ne é una testimonianza: questa specie legnosa infatti nel tempo tende a schiarire le sue parti più scure omogeneizzandosi con quelle più chiare.
Negli ultimi anni la tecnologia ha introdotto nuovi sistemi per caratterizzare maggiormente le tonalità della rovere e del frassino: il trattamento termico e gli attivatori lignei sono le nuove frontiere della “colorazione in massa” del legno che esasperano le varie tonalità rendendole particolarmente disomogenee ma che ne aumentano l’appeal.
Nel caso del trattamento termico del Frassino e della Rovere si nota che dopo diversi mesi le tonalità tendono a schiarirsi anche in maniera anche molto evidente.
Perché una superficie in legno viva bene anche tu devi vivere bene all’interno della tua abitazione. Questa condizione avviene quando all’interno della casa l’umidità relativa ambientale é compresa tra il 35% e il 65%. Fai vivere il tuo parquet entro quel range e sia lui che tu vivrete in equilibrio con l’ambiente circostante e la qualità della tua vita sarà sicuramente migliore.
Infatti un clima troppo secco renderà i tuoi polmoni più vulnerabili agli attacchi degli agenti patogeni, mentre il parquet tenderà a ritirarsi per mancanza di umidità; al contrario un clima troppo umido potrà generare un senso di affaticamento e di malessere alla persona , mentre il pavimento in legno tenderà a rigonfiarsi.
Il pavimento in legno è da sempre la superficie più amata: esprime calore e dona benessere a coloro che lo vivono, è un buon coibentante del caldo e del freddo, si può rinnovare e ricolorare più volte, ma soprattutto va oltre “la moda del momento”, poiché anche tra cent’anni avrà ancora il suo fascino.
Allo stesso tempo però è uno dei pavimenti più “temuti” dall’utente, che spesso “ripiega” sulle sue imitazioni per timori molte volte infondati.
Uno di questi è l’usura, che nell’immaginario comune pone il parquet come una superficie estremamente delicata che si consuma con molta-troppa facilità.
Ma analizziamo bene questo aspetto.
Intanto c’è da fare una grande distinzione tra i pavimenti in legno di “vecchia generazione” e quelli di nuova generazione.
Un tempo si utilizzavano spesso legni dalla facile reperibiltà meglio se teneri, perchè dovevano essere facilmente lavorabili. Pensiamo per esempio ad essenze come l’abete, il larice ed il pino, largamente usate nei masi e nelle vecchie case coloniche della zona Alpina e prealpinama che però avevano la caratteristica di non essere particolarmente resistenti all’usura.
Le finiture inoltre erano costituite da olii e da cere di prima generazione che non permettevano una vera e propria protezione dall’usura, ma che tentavano al massimo di proteggerlo dalle macchie quotidiane.
Una maggiore cultura del legno ha portato nel tempo i produttori a spostarsi sempre di più verso specie legnose più dure e durevoli nel tempo, come per esempio il Rovere, che rappresenta il punto di equilibrio se da un pavimento si desidera resistenza ma anche stabilità.
La tecnologia del parquet prefinito inoltre ha annullato quelle movimentazioni del legno massello che non essendo controbilanciato tende inevitabilmente ad imbarcarsi e a torcersi, movimenti quasi impercettibili ma che nel tempo diventano usura maggiore in alcuni punti rispetto ad altri.
Altro aspetto fondamentale è la tendenza di questi ultimi anni, la ricerca della caratterizzazione e delle lavorazioni estreme sul legno: seghettature, piallature, spazzolature più o meno profonde, sabbiature, texturizzazioni superficiali, discromie forti.
Oggi il parquet arriva in cantiere che ha già subito un processo di usura “controllata” dal produttore, cosicchè nella quotidianità e con il passare del tempo diventerà ancora più bello, poichè progettato per invecchiare bene.
Le finiture superficiali infine rappresentano l’ultimo tassello per un pavimento che non teme più l’usura: dall’olio naturale e la cera d’api siamo passati a vere e proprie protezioni ad alta tecnologia: si pensi ad esempio a Legnoresina®, l’ultima grande innovazione di casa Salis, che ha una resistenza all’abrasione molto più elevata rispetto ad una finitura di vecchia generazione.
Anche piccoli graffi ed incidenti quotidiani che pure possono capitare non fanno più paura poichè in molti casi esistono veri e propri kit di “pronto soccorso” fai da te, ed il Kit Repair di Legnoresina® ne è l’esempio: 11 pennarelli, uno per ogni colore della collezione, che vanno a ripristinare l’ammanco creato.
Un pavimento in legno prefinito si può rilevigare generalmente dalle 2 alle 4 volte.
Dipende molto dallo spessore nobile del legno.
Ma questo non é l’obiettivo di Salis.
Grazie infatti alle nuove tecnologie delle finiture superficiali, le nostre superfici tecniche in legno sono progettate per spostare sempre più avanti nel tempo questa operazione, che é comunque invasiva e presuppone l’intervento di un professionista che ne esegua la rilevigatura.
Finiture come Legnoresina® e Protekta Plus® sono state create per avere una resistenza all’abrasione decisamente superiore ad una normale vernice o ad un normale olio.
È inutile negarlo, nell’immaginario comune di molti un pavimento in legno è da tenere distante dagli ambienti umidi come il bagno, o, peggio, di quelli a rischio “caduta oggetti” come le zone da lavoro in cucina.
In questa sessione spieghiamo come grazie alle nuove tecnologie il parquet può essere la superficie ideale anche in quei luoghi definiti tabù.
Definiamo però prima da dove nasce questa paura ancestrale.
I parquet fino a qualche anno fa erano costituiti da elementi in legno massiccio verniciati in opera; i vari listelli non erano controbilanciati, cosicchè in presenza di forte umidità questi tendevano ad assorbirne una parte, con la conseguente movimentazione che portava spesso a veri e propri imbarcamenti o distaccamenti in diversi punti della superficie.
La cosa era poi particolarmente accentuata anche a causa di specie legnose poco stabili e particolarmente propense alla movimentazione, come le essenze tropicali e molte di quelle africane, per esempio.
Il terzo elemento era rappresentato dalla finitura superficiale, un vero “tallone d’Achille” del legno: olii e cere di vecchia generazione, vernici poco performanti che facevano penetrare troppo facilmente acqua e umidità risultavano poco idonee per destinazioni d’uso a rischio come le zone bagno.
La prima è stata sicuramente l’utilizzo al 90% di una specie legnosa come il Rovere Europeo, una essenza sufficientemente dura ma estremamente stabile, conosciuta fin dai tempi dei Romani che ne sfruttavano le qualità tecnico-meccaniche per costruire ponti, costruzioni, palificazioni (si pensa che la maggior parte di Venezia poggia su pali in Rovere Europeo).
“Le fondamenta di tali edifici si fanno di fortissimi pali di quercia, che durano eternamente sotto acqua, per rispetto del fondo lubrico, e non punto saldo della palude.”
Jan Grevembroch
La seconda è stata l’introduzione della tecnologia del parquet controbilanciato, una milestone fondamentale per il processo di stabilizzazione del pavimento in legno: i vari strati sottostanti controbilanciano le movimentazioni create dall’essenza nobile, ridistribuendo le diverse forze annullandole.
Con questo ingegnoso sistema sono state ridotte quasi completamente le problematiche legate al legno nella zona bagno, che è diventata anzi uno degli ambienti dove godersi maggiormente un vero parquet a piedi nudi.
La terza è avvenuta tramite l’utilizzo di tecnologie innovative nella protezione superficiale del parquet: dall’olio o dalla classica “vernicetta” siamo passati a tecnologie come Legnoresina®, per esempio, che rappresenta una grande innovazione nel mondo delle finiture: non più olio o vernice ma resine pure al 98%, che consentono performances superiori in termini di resistenza all’abrasione e di barriera contro la penetrazione di liquidi.
La stessa cosa vale anche per la cucina: molti infatti pensano ancora che se un recipiente pieno d’acqua cade sul parquet possa danneggiarlo irrimediabilmente; la spiegazione sopra descritta dimostra che oggi più che mai un pavimento in legno deve farci vivere ogni ambiente con la serenità e quella sensazione di benessere che solo un materiale naturale può trasmetterci.
Nella Kitchen area inoltre è frequente la paura di caduta di oggetti più o meno pesanti: la verità è che il legno è un materiale estremamente elastico e resiliente, che tende ad assorbire e a redistribuire uniformemente le forze dovute all’impatto dell’oggetto che cade, rispetto per esempio a superfici più dure ma decisamente meno resilienti.
Qui di seguito riportiamo un video che dimostra il classico esempio di caduta di un oggetto del peso di 2 kg che cade da un’altezza di 2,5 metri prima su una ceramica e poi su un pavimento in legno.
La cosa apparirà ovvia per molte persone, in realtà non tutti sanno che un pavimento in legno non solo si può posare su un vecchio pavimento, ma è addirittura una delle superfici più performanti per questo uso.
Vediamo perchè.
Oggi la quasi totalità dei pavimenti si possono applicare su quelli esistenti: legno, ceramica, laminato, marmo. Tutti questi materiali sono costruiti per una posa in sovrapposizione, purchè il supporto presenti le seguenti caratteristiche:
1) Planarità. Se ci sono avvallamenti devono essere riempiti con particolari materiali rasanti, in commercio ce ne sono tanti.
2) Se il vecchio pavimento ha alcune piastrelle non ancorate saldamente al supporto, è necessario rimuoverle e riempire l’ammanco, sempre con speciali rasanti riempitivi. Se le zone sono ampie, è preferibile invece dopo la rimozione delle stesse intervenire con malte autolivellanti.
3) Prima di effettuare l’incollaggio della nuova superficie sulla vecchia assicurarsi della pulizia e dell’assenza di sostanze cerose sul supporto, queste potrebbero impedire l’adesione ottimale tra i due materiali.
4) Tagliare le porte e le porte-finestre dello spessore del nuovo pavimento.
L’operazione è semplice e generalmente oggi tutti i posatori sono attrezzati con macchinari idonei per il taglio di tali elementi in cantiere.
Queste sono le principali regole da seguire se si desidera sovrapporre un nuovo pavimento su quello vecchio.
Se parliamo di parquet invece, in alcuni casi è addirittura possibile effettuare la posa a secco: si tratta di un’applicazione senza l’uso di collanti, ma con l’inserimento di un idoneo materassino fonoassorbente posto tra le due superfici.
È chiaro che in questa situazione molte lavorazioni di cui sopra non sono necessarie.
IL PARQUET POSATO FLOTTANTE NON HA BISOGNO DI ESSERE INCOLLATO MA SI POSA A SECCO.
_Il pavimento in legno è molto flessibile, per cui anche se ci sono degli avvallamenti la sua natura fa sì che esso di adatti perfettamente al supporto, evitando punti a rischio rottura se non ben rasati, come per esempio potrebbe accadere con una ceramica o un grès. In questi casi è quindi possibile effettuare una posa di tipo “flottante”, una tecnica che in Nord Europa è la più usata da decenni.
_Non c’è bisogno di verificare se le vecchie piastrelle sono ben ancorate, crepate o se “suonano a vuoto”: non importa la sua natura, il legno vi si adagerà sopra poichè ha bisogno solo di un supporto più o meno planare.
_Non c’è bisogno di effettuare trattamenti sulla vecchia pavimentazione per assicurarsi l’aggrappaggio della colla: il sistema a secco consente di non effettuare nessun tipo di lavorazione eaggiuntiva.
_Il materassino fonoassorbente limita la trasmissione del rumore da un piano all’altro, per la buona pace del vicinato.
In Italia la maggior parte dei parquet si posano ancora a colla, in molti casi manca una vera e propria cultura su questo sistema.
Il consiglio è quello di valutare anche questa tecnologia quando si affronta una ristrutturazione, perchè può significare un notevole risparmio in termini di tempo e di costi.
Quali sono le collezioni Salis che si possono posare anche flottanti con la posa a secco?
– Officina 107
– DiValore
– Umbria
– Armonico
– Fusion
– Home_Gent
Il legno è noto per essere un materiale isolante.
Questo non vuol dire che se posto a contatto con fonti di calore ne impedisce il passaggio, questi sono solo luoghi comuni.
La verità è che il legno evita la trasmissione diretta del calore, distribuendola su tutta la sua superficie. Questa regola vale anche per i pavimenti radianti: quando il massetto sottostante al parquet assorbe il calore, questi lo trasmette al legno che lo redistribuisce omogeneamente in tutta la casa.
Rispetto al classico impianto di riscaldamento, i termosifoni o gli split che immettono aria calda, il calore viene distribuito in egual misura il calore in ogni stanza, evitando così i poco piacevoli sbalzi di temperatura da un ambiente ad un altro.
In passato le tecnologie erano molto diverse, e spesso il pavimento in legno su massetto radiante aveva qualche piccolo problema. I tubi un tempo erano molto distanti l’uno dall’altro, cosicchè occorreva tenere una temperatura dell’acqua molto elevata, fino a 50- 60°C per avere una temperatura all’interno dell’abitazione di 22-24°C. I vecchi parquet inoltre erano massicci, il prefinito era ancora agli albori; in quelle situazioni è facile pensare a quanto fosse in sofferenza il legno a quelle temperature. Capitava infatti spesso di trovare fessure tra un elemento ed un altro, segno evidente che il troppo calore toglieva umidità al parquet facendolo imbarcare.
Oggi grazie alle tecnologie di ultima generazione l’acqua contenuta all’interno delle tubazioni del riscaldamento a pavimento può raggiungere fino 30- 35°C ed una temperatura di esercizio media di 22-24°C, che è più che sufficiente per mantenere un buon clima in tutta la casa, evitando il classico accendi-spegni degli impianti tradizionali.
Ricordiamo infine che tutti i nostri parquet sono garantiti per la posa su riscaldamenti a pavimento, a patto che l’applicazione sia effettuata a regola d’arte e vengano rispettate poche semplici regole:
Se un cane o un gatto potessero scegliere su quale pavimentazione vivere sicuramente chiederebbero un pavimento in legno. Il suo calore e la sua setosità sono gli elementi che lo rendono la superficie più amata degli amici a quattro zampe. Se i vostri animali hanno già deciso la superficie da utilizzare voi spesso avete paura che un parquet possa essere “troppo delicato” quando in casa c’é un cane.
È possibile avere all’interno della propria abitazione sia il pavimento in legno che il proprio cane: basterà utilizzare delle semplici accortezze. Gli animali riconoscono prima di noi un ambiente salubre, che fa sentire al sicuro.
Sono proprio queste le sensazioni che percepiscono in una casa in cui è presente il parquet. É bene quindi sciogliere ogni dubbio circa le nuove superfici in legno perché a tecnologia oggi ci consente di togliere ogni remora dettata dal passato.
Scegliere un pavimento in legno significa decidere di inserire nella propria abitazione un elemento portatore di benessere, funzionale al coabitare con gli amici a quattro zampe: non bisogna farsi spaventare dalla possibilità che il parquet venga rovinato, perché scegliendo la giusta lavorazione e finitura si può ovviare a possibili “incidenti di percorso”.
Le nuove finiture unite ai processi di texturizzazione del legno come la spazzolatura, la seghettatura, la piallatura consentono di evitare questa spiacevole conseguenza: da una parte infatti oggi le finiture di Salis sono sempre più resistenti e performanti, dall’altra le caratterizzazioni effettuate sulla superficie vanno ad abradere la parte tenera del legno, lasciando in evidenza solo la parte più dura.
L’unica criticità può essere rappresentata dai cani di grande taglia: evitate di lanciare la palla a Fido cosicché non debba effettuare brusche frenate che lo costringerebbero a tentare di “aggrapparsi” al pavimento in legno con le unghie. Questo semplice accorgimento preserverà il vostro parquet ed eviterà al vostro cane “piccoli incidenti domestici”.
Il contenuto della pappa del nostro cane o l’urea contenuta all’interno della pipì possono andare ad intaccare il vostro pavimento in legno.
Il consiglio principale è quello di asciugare prontamente l’area colpita nel più breve tempo possibile.
A tal proposito Salis propone Armonico che grazie alla sua tecnologia Legnoresina® aiuta il legno a difendersi da questi piccoli incidenti domestici. Infatti Legnoresina® (leggi anche “Legnoresina®: il trend del parquet post-Coronavirus“) resiste alle macchie ostinate (come la pipì) per 24 ore, il tempo più che necessario per agire sulla problematica.
Un pavimento in legno non é molto diverso da uno in ceramica, pietra, resina o cotto.
Se un oggetto molto pesante cade su una superficie “classica” generalmente questa si frattura.
Il legno é un materiale molto resiliente e flessibile, conseguentemente questi tenderà solo ad ammaccarsi e non a frantumarsi. Il parquet deve essere visto quindi come una superficie da vivere ogni giorno con la consapevolezza che piccoli incidenti rappresentano il vivere quotidiano di una materia viva.
Nel tempo questi eventi accidentali si integreranno alle altre caratterizzazioni superficiali del prodotto, come la spazzolatura, la seghettatura, la piallatura, la graffiatura, ecc… .
Per evitare però troppe situazioni invasive sul parquet é consigliabile adottare piccoli accorgimenti allo scopo di preservare maggiormente il legno nel tempo:
Stabilità e durezza generalmente sono inversamente proporzionali: specie legnose come il jatobà, l’ipé o il cabreuva sono decisamente molto dure ma allo stesso tempo non eccessivamente stabili; altre come l’abete, il larice e la betulla sono estremamente stabili ma allo stesso tempo non proprio dure.
La rovere é da sempre la specie legnosa per eccellenza: sufficientemente dura ma decisamente stabile e particolarmente performante grazie alla sua rinomata elasticità.
É quindi necessario valutare sempre i due parametri (durezza e stabilità) quando si sceglie un pavimento in legno.
In senso assoluto comunque qualsiasi tipo di legno non é immune da ammaccature o graffi se questi vengono realizzati con oggetti contundenti pesanti o con colpi particolarmente violenti; la caratteristica di un pavimento in legno é però quella di “invecchiare bene” anche dopo questi “eventi traumatici”: piccoli graffi, ammaccature e segni vari e conferiranno maggiore fascino e privilegio dell’unicità di un prodotto fatto di materiale vivo e realizzato in esclusiva da Madre Natura.
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