Pavimento in legno e sottofondo riscaldato
La verità è che il legno evita la trasmissione diretta del calore, distribuendola su tutta la sua superficie. Questa regola vale anche per i pavimenti radianti…
Il parquettista è da sempre considerato un vero e proprio artigiano del legno, che sa perfettamente come restaurare, riparare, posare e lavorare la materia. Infatti il parquet ad oggi è particolarmente richiesto ed utilizzato anche grazie alle nuove tecnologie che lo rendono sempre di più un prodotto a basso impatto ambientale, facile nella manutenzione quotidiana e duraturo nel tempo. Ma soprattutto per coloro che all’interno della propria abitazione desiderano eleganza, calore e stile.
Da artigiano del legno a professionista del parquet: negli ultimi anni c’è stata una vera e propria professionalizzazione del ruolo del parquettista, che è sempre di più una figura che si forma e si aggiorna costantemente sulle ultime tecnologie e tipologie legate al mercato dei pavimenti in legno: un imprenditore che conosce le nuove tecnologie, come ad esempio LegnoresinaⓇ, l’innovativa finitura antibatterica di casa Salis nata nel 2019, oppure gli olii di ultima generazione come Protecta PlusⓇ presenti nella Collezione Pangea che permettono al legno performances di una vernice con il senso estetico di un olio naturale.
Come già abbiamo descritto prima, il ruolo del posatore diventa fondamentale in fase di controllo e supervisione durante il processo di pavimentazione della casa del cliente. Ma andiamo ad analizzare in maniere più approfondita le verifiche che il parquettista effettua prima di iniziare a posare.
É fondamentale che il parquettista esegua un accurato sopralluogo dello spazio che andrà a pavimentare con il parquet. Saper analizzare, capire e trasformare in realtà le esigenze del committente o del progettista è la base strutturale per iniziare al meglio un lavoro in cantiere. Saper ascoltare attentamente in questa prima fase eviterà fraintendimenti e problemi postumi.
Prima di iniziare la posa, il parquettista deve verificare che il massetto sia idoneo al lavoro che sta per intraprendere. Può infatti accadere che il sottofondo non sia perfettamente planare, e quindi abbia la necessità di essere livellato con l’uso di idonei materiali rasanti che si trovano comunemente in commercio; altra criticità che può avvenire in cantiere quando si crea un nuovo sottofondo cementizio è la formazione di piccole fessurazioni/crepe: se troppo grandi queste dovranno essere chiuse con specifici prodotti riempitivi.
Nel caso in cui si proceda a posare un parquet su un nuovo sottofondo è necessario verificare l’umidità del sottofondo, che rappresenta un fattore estremamente importante per evitare movimentazioni indesiderate del parquet.
Il massetto viene posato su un supporto precedentemente preparato, e viene desolarizzato grazie all’utilizzo di una barriera vapore il cui inserimento è fondamentale per evitare risalite di umidità. Generalmente il massetto cementizio ha uno spessore di circa 3,5/ 4 cm.
Esistono principalmente due tipologie di massetti maggiormente utilizzati:
Per evitare quindi di posare il parquet su un massetto umido è sempre necessario in fase preliminare capire quale tipo di massetto sia stato utilizzato, se è stata inserita la barriera vapore e comunque è sempre buona norma prima di procedere alla posa del pavimento in legno misurare l’umidità del massetto, che non deve mai superare il 2% di umidità residua.
Ci sono due strumenti per misurare l’umidità del massetto: quello elettrico a contatto e quello al carburo. I due strumenti sono entrambe professionali, ma quello al carburo ha una precisione decisamente superiore
Prima di iniziare a posare il pavimento, il parquettista dovrà accertarsi che il sistema radiante sia idoneo all’installazione di quel determinato parquet attraverso delle prove che certifichino la sicurezza del prodotto. In caso di presenza di riscaldamento radiante a pavimento, è necessario verificare che lo spessore del massetto sia 3,5 cm e che sia stato effettuare lo shock termico al sottofondo, seguendo le indicazioni del grafico sottostante.
Due sono le tipologie di posa più comuni oggi: la posa flottante e la posa incollata.
Particolarmente diffusa in Europa per la semplicità di montaggio e sostituzione, consiste nell’applicazione del parquet evitando l’uso di collanti, una scelta ideale per tutti coloro che per esempio pensano di riutilizzare il parquet nel futuro nel caso di cambio casa. Qualora si decida per la posa flottante, è necessario prevedere dei giunti ogni 9 metri lineari, per evitare movimentazioni del parquet che potrebbero creare movimentazioni indesiderate.
É sicuramente la tipologia di applicazione più diffusa in Italia, che implica l’uso di collanti con i quali il parquet viene saldamente fissato al sottofondo.
Per eseguire un lavoro impeccabile, noi di Salis consigliamo al posatore di prestare attenzione a questi piccoli accorgimenti:
Al fine di evitare spiacevoli situazioni, risulta fondamentale eseguire un buon calcolo dei m2 necessari e confrontarlo con il numero dei m2 totali. Generalmente al numero di m2 totali dell’abitazione si deve aggiungere un quantitativo in più che corrisponde al 10-15% del totale della superficie da pavimentare (ad esempio, se un parquettista deve posare parquet su una superficie di 100m2, generalmente si devono ordinare 110-115 m2). Questa superficie “aggiuntiva” prende il nome di “sfridi”.
È errato pensare che ogni pacco sia uguale all’altro. Ogni albero è unico come lo è ogni parte di esso, perciò è impossibile pensare che il parquet non abbia delle leggere discromie oppure abbia lo stesso numero di nodi, fiammature, specchiature ecc… . Aprire due o tre pacchi prima di iniziare a posare aiuterà il parquettista a farsi un’idea generale delle combinazioni possibili per ottenere una giusta miscelazione di caratteristiche.
Tenere il luogo di lavoro quanto più pulito ed ordinato è sinonimo di grande serietà e professionalità per un parquettista. Ciò non significa che non bisogna sporcare affatto, ma è buona norma lasciare la postazione pulita e ordinata al termine dei lavori. Nel caso si vada ad effettuare la posa incollata di un pavimento in legno, prestare particolare attenzione ad utilizzare il giusto quantitativo di colla per evitare di correre il rischio di terminarla a pochi m2 dalla fine dei lavori.
Sembra una contraddizione: perchè dovrei lasciare che il pavimento si possa muovere? Ciò non potrebbe creare rigonfiamenti?
Assolutamente no.
Il legno è materia viva e, seppur in maniera impercettibile, costantemente in movimento. Perciò è buona regola lasciare un’adeguata distanza di circa 1 cm dal muro per permettere al parquet di essere “libero” di muoversi. Sarà compito del battiscopa nascondere l’intercapedine tra il pavimento ed il muro, grazie ai suoi 13 mm di spessore.
Terminati i lavori, i migliori parquettisti non solo puliscono la superficie, ma passano anche una mano di manutenzione straordinaria al parquet: è sempre piacevole entrare in uno spazio dove il parquet è al massimo del suo splendore. Infine, prima di congedarsi, è buona norma dare istruzioni al cliente circa i prodotti consigliati per la manutenzione ordinaria e straordinaria del pavimento in legno.
Per aiutare i propri parquettisti, Salis ha creato 2 mini tutorial (uno per le superfici oliate, uno per le superfici verniciate e LegnoresinaⓇ).
La verità è che il legno evita la trasmissione diretta del calore, distribuendola su tutta la sua superficie. Questa regola vale anche per i pavimenti radianti…
Il parquet è un materiale estremamente resiliente, ha la capacità cioè di deformarsi alla caduta di un oggetto pesante ma non si frantuma, come succede con materiali di altra natura, più duri ma più fragili (ceramica, marmo, grès ecc.).
Rotolarsi, correre, fare le fusa, dormire su di una calda, setosa superficie è una cosa che piacerebbe anche a noi, figuriamoci a loro. Allora non chiedergli sacrifici se in casa hai un parquet!
Adattarsi all’ «housing» e alle sue esigenze contingenti e primarie, è questo lo spirito di Pangea, il progetto Salis che permette di reinterpretare e vedere il parquet.
Parquet con finiture igienizzanti, superfici tecniche di design, pavimenti in legno a basso impatto che rispettano la nostra salute e quella del pianeta.
Esprime calore e dona benessere a coloro che lo vivono, è un buon coibentante del caldo e del freddo, si può rinnovare e ricolorare più volte, ma soprattutto va oltre “la moda del momento”, poichè anche tra cent’anni avrà ancora il suo fascino.
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