Officina 107: storia del progetto

Officina 107 è un sistema integrato unico al mondo che unisce legni, maioliche, carte da parati, pitture e superfici tecniche tessili, tutte coordinate tra loro da una gamma di colori dal sapore contemporaneo e dalle cromie senza tempo.”

Officina107 è stato il primo vero Progetto che ha caratterizzato la R_evoluzione Salis, avvenuta nel 2016.

L’azienda in quegli anni viveva momenti di grande fermento, da sempre preludio dei grandi cambiamenti, peraltro necessari per la sopravvivenza all’interno di un mercato sempre più globalizzato e competitivo.

È stata però la quarta generazione della Famiglia Simonetti a decidere di rompere definitivamente con gli stereotipi del passato, trasformando la Company da “Salis Maestri Artigiani in Perugia” a “Salis Texture_Natural Surfaces”.

Non più quindi la classica superficie:

alle idee nuove di un pavimento in legno sempre più orientato al design venne introdotta un’idea nuova, rivoluzionaria: il parquet si contamina con altre materie per realizzare il total look della casa.

Emanuele Picciarelli è arrivato in azienda proprio in quegli anni per sviluppare una serie di progetti legati alla materia legno, e grazie anche alla sua esperienza maturata in molti anni presso aziende leader di mercato, in poco tempo venne realizzato il primo Progetto.

La prima volta che sono entrato dentro lo spazio Officina107 non nascondo che ero emozionato, eccitato. Mentre Emanuele Picciarelli mi spiegava come era nata l’idea rimanevo rapito dalla matericità delle texture, dalla bellezza delle pattern, dalla varietà cromatica e dalla qualità estetica delle superfici.

La prima cosa che gli ho chiesto è stata la più ovvia:

Qual è stato il percorso che ti ha portato a chiamare questo progetto col nome di Officina 107?

Volevo realizzare un “Progetto Materia”, una scatola giocosa di materie e colori assieme, una cassetta degli attrezzi per il progettista con la quale avrebbe potuto realizzare l’intera decorazione della casa.

Il nome Officina mi ha sempre intrigato, soprattutto per il suo significato: Officina deriva infatti dal latino “opificina”, opus (opera) e facere (fare).

Prima della rivoluzione industriale il significato di officina era: centro d’elaborazione o d’irradiazione di opere e di pensiero, un concetto talmente profondo e calzante alla mia idea che ho deciso di utilizzarlo come nome dell’intero progetto.

Il numero 107 è il richiamo all’azienda: in Via del Pino 107 c’è la storica sede Salis dal 1926.

Una sorta quindi di connubio tra presente e passato, di innovazione figlia di un percorso fatto di tradizione, di passione e di territorialità.

 
Emanuele Picciarelli, creatore del progetto Officina 107

Legni, carte da parati, maioliche, superfici tessili, pitture: una serie di materie completamente diverse tra di loro concettualmente e filosoficamente. Perché proprio quelle?

Erano anni che studiavo un sistema integrato vincente che avesse potuto unire superfici teoricamente disgiunte tra di loro.

Mi sono sempre chiesto come mai nessuna azienda avesse mai pensato di far dialogare il pavimento, le pareti, il soffitto. Generalmente la rivendita di superfici si concentra molto sul pavimento e sul rivestimento, ma in realtà una casa di 80 mq “nasconde” oltre 300 metri quadrati di spazi da decorare e da caratterizzare. Non farli dialogare fin da subito credo sia un grande errore: in un mondo sempre più “smart” dove il libretto delle istruzioni non esiste più, dobbiamo dare al cliente finale ingredienti semplici con cui realizzare piatti sofisticati e ricercati.

Il pavimento in legno è arrivato per ultimo:

sono partito dalla decorazione per eccellenza, la pittura, che è stata anche la base dei 9 colori di Officina107. Abbiamo selezionato un tipo di prodotto altamente tecnico definito pasta grassa poiché ricco di resina, estremamente facile da texturizzare a piacimento.

Dalla decorazione verticale siamo passati poi alla caratterizzazione di alcune pareti da scenografare in maniera differente: è nata così la carta da parati Teletta, un tessuto non tessuto rivestito da Pvc declinato nelle 9 colorazioni del progetto. Un disegno industrial che assomigliasse ad un intonaco delabrè  era quello che avevo nella testa: dopo un paio di mesi il reparto creativo Salis aveva creato il primo prototipo di Teletta.

Manto, la superficie tessile, è nata quasi per gioco: mi ero stancato di vedere in ogni abitazione tappeti che non dialogavano con le altre superfici: toni di colore che non tornavano mai, disegni difficilmente adeguati allo stile della casa, matericità spesso inesistente.

In quel periodo iniziai a fare diverse ricerche sui tappeti, ricordo un giorno portai in studio più di 100 campioni: fu quello il momento in cui realizzai che avrei inserito anche quella materia.

Infine la ceramica, che abbiamo chiamato Maiolica in onore della vera materia: un tempo la piastrella era colore, formati, pattern straordinarie, texture ricercate. Ricordo la profondità del colore, la tridimensionalità dello smalto e l’originalità del manufatto.

Oggi la ceramica è nella stragrande maggioranza dei casi imitazione del vero: chi acquista una piastrella generalmente si mette in casa un falso, una riproduzione fedele della natura. Ma pur sempre una riproduzione. Perfetta, senza difetti, tecnologicamente evoluta. Ma sempre una imitazione di quello che ha prodotto Madre Natura.

Maiolica vuole essere la celebrazione di quella cosa straordinaria che era un tempo la Maiolica: colore, materia, artigianalità, formati piccoli e preziosi.

Alberto Marchetti, una delle più importanti gelaterie torinesi, ha scelto Officina 107 per la realizzazione delle sue superfici (albertomarchetti.it)

E i colori? Quali cromìe sei andato a ricercare quando hai pensato Officina 107?

Inizialmente non sapevo quali e quanti colori, ma sapevo cosa avrei realizzato: Una Capsule Collection. Questo termine inventato dal mondo della moda si riferisce ad un insieme di abiti di vari colori e vari generi, che hanno però la capacità di stare sempre bene tra di loro. Una sorta di grande guardaroba all’interno del quale qualsiasi cosa indossi sta bene con il resto.

È chiaro che perché questo funzioni non puoi esagerare né con il numero di colori, né con la sua intensità.

Toni troppo diversi tra di loro sarebbero stati difficili da mettere assieme, per cui abbiamo optato per il mondo dei grigi caldi, i Warm Grey.

Originariamente i colori erano 8, solo a progetto quasi concluso abbiamo deciso di inserire un marrone (il n. 06) e solo nei legni la versione Naturale, che nella nostra testa doveva essere il colore della Rovere appena tagliata, senza l’effetto paglierino che generalmente assume con la protezione superficiale. Attualmente se parliamo di Legni il Naturale è la versione più gettonata.

Un luxury Bnb a Bologna arredato interamente con i materiali di Officina 107 (mysuiteshome.com)

Se parliamo proprio dei “Legni”, Officina 107 ha 3 geometrie distinte.

Naturalmente i Legni sono stata la parte più divertente: avevo a disposizione una straordinaria “sala giochi” costituita dalla nostra fabbrica, un connubio tra artigianalità industriale all’interno della quale operano donne e uomini capaci e appassionati della materia legno.

Utilizzando vecchi Tools, antichi strumenti e nuove tecnologie abbiamo creato non solo diverse geometrie di parquet, ma anche texture straordinarie e mai viste. Questo è stato il grande successo di Officina107.

 

Rigo per esempio nasce come celebrazione dei loft newyorkese di Soho, con i suoi parquet industrial caratterizzati da formati lunghi e stretti.

La texture richiama un seghettato a mano con effetto delabrè, che ne dona matericità e valore.
Dalla stessa filosofia è nato Segno, che prende spunto da “Segno progettuale”: la spina francese tagliata a 45 gradi è infatti un grande classico oggi di grande tendenza, che nella Capsule numero 1 abbiamo reinterpretato in chiave contemporanea.

Infine Mosso, una geometria classica con tavole di 3 diverse larghezze viste però da un’altra prospettiva: la peculiarità di Mosso sta proprio nel fatto che ogni dimensione ha una differente texture esasperata: dal’incisione trasversale alla graffiatura obliqua, alla sabbiatura profonda. I 3 diversi segni progettuali creano sulla superficie giochi di luci e di ombre straordinari, una sorta di “movimento” materico naturale. Da lì il nome Mosso, appunto.

Officina107 non è un semplice progetto, è un sistema integrato unico al mondo la cui realizzazione ha comportato 12 mesi di lavoro ed un team di 7 professionisti dedicati.

Il risultato è uno dei progetti più belli nel mondo delle superfici, ma è anche la celebrazione dello spirito creativo italiano, della capacità di saper fare impresa, ma soprattutto della passione che alimenta qualsiasi idea vincente.

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